I test a reagenti sono un valido supporto per la corretta gestione del proprio acquario, ma allo stesso tempo affidarsi rigorosamente ai valori espressi da questi prodotti, non consente di riconoscere e memorizzare eventuali sintomi che le nostre piante talvolta manifestano molto chiaramente.

Fatta questa breve premessa, passiamo all’oggetto in questione, il test NO3 proposto da Elos.

Il design è ancora una volta elemento specifico di questo prodotto. La confezione caratterizzata da sobria bellezza racchiude un kit elementare composto da reagenti, una provetta da 15ml, cucchiaino dosatore, istruzioni, scala colorimetrica e ovviamente una siringa graduata. Nulla di speciale, ma si apprezza la limitatezza degli elementi se messo a confronto con il kit NO3 di jbl dove, oltre agli accessori già citati compaiono anche una base e seconda provetta che viene riempita con sola acqua per un primo confronto cromatico con il campione analizzato. Elementi questi, che personalmente trovo futili non avendone mai constatato una reale utilità.

Tralasciando la modalità di preparazione, comune a maggior parte dei test in commercio, desidero spendere alcune parole in merito alla scala colorimetrica che presenta diverse tonalità relative alle concentrazioni di NO3: la quasi irrilevante differenza di colore corrispondente alle concentrazioni di 5 mg/l e 10 mg/l ne rende piuttosto difficile una corretta lettura. Sorge un ulteriore incongruenza quando i valori di nitrati sono prossimi ai limiti noti: nelle istruzioni viene precisato come la massima concentrazione di nitrati consigliata per la maggior parte degli acquari si aggiri intorno ai 20 mg/l, dato che però non viene riportato nella scala colorimetrica ma che, a mio parere, dovrebbe essere inserito, andando così ad offrire un maggior range di valori utili.

In chiusura vorrei aggiungere un consiglio a chi acquista questo genere di prodotti, qualsiasi sia la marca: una volta aperti cercate di utilizzarli piuttosto spesso evitando cosi di far invecchiare i reagenti. Nonostante vi sia quasi sempre presente una data di scadenza, bisogna considerare che questi prodotti sono soggetti a ossidazione, processo che comporta una variazione chimica dello stesso e di conseguentemente anche del valore del campione che si va ad analizzare.

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